Claudio Quarta tra i protagonisti del Next de La Repubblica
Eventi comeNexthanno un’importante funzione: ci fanno scoprire che grandi donne e grandi uomini sono vicino a noi e fanno qualcosa di importante nel territorio (e per il territorio) in cui viviamo, rifiutando di adeguarsi allo status quo e guardando molto più lontano degli altri. Ecco che al Next di Lecce ci saraà chi ha lasciato una vita di successo per realizzare un sogno, ricominciando da zero. Claudio Quartaè uno dei protagonisti, (qui l’intervista per La Repubblica delle idee) uno di coloro i quali ritengono chesuccessovoglia dire innovare, creare ciò che non esiste e farlo in casa propria: è proprio lì dove le opportunità sembrano non esserci che l’innovatore, ilnexterriesce a crearle. Insomma, Quarta nella sua vita ha ottenuto grandi successi professionali suicampidel nord Italia e degli USA ma la vera realizzazione personale la poteva ottenere solo nella sua terra d’origine, il Salento. Cosa offre il Salento che gli USA non offrono? Cosa vede l’imprenditorenexterche gli altri non vedono? Là dove qualcuno vede solo disoccupazione e crisi, dove qualcuno ritiene che non ci sia altro da fare che una grande Sharm el Sheikh, il nexter vede l’opportunità di creare un modello di impresa inedito per il territorio, proprio sfruttando quelle che agli occhi di osservatori meno attenti sembrano le debolezze dell’ambiente. Il concetto è, al tempo stesso, geniale e banale: è banale che prima di scrivere questo articolo davanti a me ci fosse solo una pagina vuota che poteva essere riempita con qualunque contenuto; è banale sostenere che più scrivo, più vincoli pongo alla creatività. Allo stesso modo è più facile creare qualcosa di nuovo in un territorio del sud Italia, pieno di potenziale inespresso, che in un’area ricca di ogni bene e servizio: la difficoltà più grande è partire, perché si deve fare tutto da zero con scarso supporto del territorio. Anzi no, la difficoltà più grande è avere la forza di perseverare anche quando i risultati tardano ad arrivare, perché dentro di sé il nexter sa che ha scelto una strada più lunga, ma il risultato sarà più bello e più solido. Claudio Quarta è indubbiamente un nexter: non torna in Italia per sfruttare l’onda emotiva delbrand Salento,non segue la strada semplice (ed immediatamente remunerativa) prediletta dai più di creare un logo e far produrre il proprio vino a terzi, magari in qualche grossa ex cantina sociale, per poter mettere sul mercato una bottiglia, un’etichetta con la scrittaSalentoed un qualunque vino all’interno. Quarta vuole che tutto il mondo conosca il territorio che lui ama e che possa farlo attraversovini autentici,personali,originali, che siano il frutto di unafilieracompletamente sotto il proprio controllo e che portino il propriovoltoagaranziadel prodotto. Il progetto è ambizioso, pochi l’hanno compreso sin dall’inizio, ancora meno ci hanno creduto, perché bisogna essere un nexter per vedere come sarà il progetto 10 anni dopo. Per Michelangelo Buonarroti la statua è già nel marmo, non bisogna fare altro che estrarla; ma serve un nexter che possa riuscirci.
