Allarme profumi in casa | Sembra tutto ok invece stai inquinando casa (e la tua salute): se c’è scritto questo sei rovinato
Candele, incensi e spray possono saturare l’aria di casa con sostanze nocive. Un’analisi sui rischi dei COV e su come proteggere la salute domestica.
Profumatori domestici (pexels) - MtvPuglia
Entrando in una casa, siamo spesso accolti da fragranze di pino, lavanda o vaniglia. L’uso di profumatori d’ambiente, candele profumate, incensi e diffusori elettrici è diventato un’abitudine consolidata per milioni di italiani, convinti che un ambiente profumato sia sinonimo di un ambiente pulito. Tuttavia, la scienza ci mette di fronte a un paradosso preoccupante: il tentativo di migliorare l’atmosfera domestica sta, in molti casi, peggiorando drasticamente la qualità dell’aria che respiriamo. L’inquinamento indoor è un fenomeno silenzioso ma pervasivo, e i profumi sintetici ne sono spesso i principali colpevoli.
La maggior parte dei deodoranti per ambienti non elimina i cattivi odori, ma si limita a coprirli rilasciando nell’aria una miscela complessa di sostanze chimiche. Secondo diversi studi condotti da agenzie per la protezione ambientale, l’uso massiccio di questi prodotti contribuisce in modo significativo all’accumulo di inquinanti tra le mura domestiche, dove la concentrazione di sostanze tossiche può essere fino a cinque volte superiore rispetto all’esterno.
La chimica nascosta: COV e particolato fine
Il cuore del problema risiede nella composizione chimica di questi prodotti. Quando spruzziamo uno spray o accendiamo una candela di paraffina, liberiamo nell’aria i cosiddetti Composti Organici Volatili (COV). Tra questi figurano sostanze come il limonene (usato per l’odore di agrumi) e l’alfa-pinene (odore di pino). Sebbene possano sembrare innocui e di origine naturale, una volta dispersi nell’aria questi composti possono reagire con l’ozono presente nell’ambiente formando inquinanti secondari pericolosi, come la formaldeide, un noto cancerogeno, e il particolato ultrafine.
Particolare attenzione va riservata ai prodotti che implicano una combustione, come incensi e candele profumate. La loro accensione genera idrocarburi policiclici aromatici, benzene e polveri sottili (PM2.5) simili a quelle emesse dai tubi di scappamento delle auto. Uno studio condotto da Altroconsumo ha evidenziato come l’utilizzo prolungato di incensi in ambienti chiusi possa saturare l’aria di sostanze nocive in tempi brevissimi, rendendo l’atmosfera domestica potenzialmente tossica, soprattutto per soggetti vulnerabili come bambini, anziani e persone asmatiche.
Rischi per la salute e il “Cocktail Effect”
L’esposizione cronica a questi inquinanti non è priva di conseguenze. I sintomi immediati possono includere mal di testa, irritazione agli occhi, vertigini e nausea. Tuttavia, sono gli effetti a lungo termine a preoccupare maggiormente la comunità scientifica. L’esposizione continua a formaldeide e benzene è associata a un aumento del rischio di malattie respiratorie croniche, allergie e, nei casi più gravi, patologie oncologiche.
Un ulteriore fattore di rischio è il cosiddetto “effetto cocktail”. Nelle nostre case non utilizziamo solo profumatori, ma anche detergenti per pavimenti, sgrassatori e prodotti per il bucato, tutti contenenti fragranze sintetiche. La somma di queste emissioni crea una miscela chimica la cui tossicità complessiva è difficile da calcolare, ma certamente superiore alla somma delle singole parti. L’idea che il profumo sia un indicatore di igiene è un costrutto del marketing moderno che va scardinato: l’aria pulita, in realtà, dovrebbe essere inodore.

Come mitigare i rischi: ventilazione e alternative naturali
Rinunciare al piacere di una casa accogliente non è necessario, ma è fondamentale cambiare approccio. La regola d’oro per la salubrità dell’aria domestica rimane la ventilazione meccanica o naturale: aprire le finestre per almeno 10-15 minuti più volte al giorno è il metodo più efficace per abbattere la carica di inquinanti, molto più di qualsiasi spray “mangia-odori”.
Per chi non vuole rinunciare alle fragranze, è consigliabile orientarsi verso alternative meno impattanti. È preferibile utilizzare candele in cera vegetale (come la soia) con stoppini in cotone non trattato, evitando quelle in paraffina (derivato del petrolio). Anche l’uso di oli essenziali naturali al 100% può essere una valida alternativa, purché diffusi tramite ultrasuoni e non bruciati, e sempre con moderazione per evitare di sensibilizzare le vie aeree. In definitiva, la strategia migliore è la riduzione: limitare l’uso di profumatori chimici alle sole occasioni necessarie e riscoprire il valore di un ambiente neutro e ben arieggiato.
