01/05/2014 – artù

diAlberto SchieppatiPassione, professionalità, amore per il territorio, conoscenza dei mercati: questi i valori principali che sono emersi durante un ciclo di degustazione di vini pugliesi durante lo scorso Vinitaly. Il tasting, organizzato in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino, ha messo in luce la straordinaria imprenditorialità che caratterizzail mondo vinicolo della regione. Fra i vini proposti, quelli di Pezzaviva, Tenuta Coppadoro, San Marzano, Vinicola Mediterranea, Paolo Leo: aziende impegnate sul fronte della qualità.Il sud vinicolo del Paese, non certo da ieri, si sta riscattando alla grande. E Vinitaly, in una logica di valorizzazione delle nostre migliori produzioni, è sicuramente il palcoscenico ideale per allargare la comunicazione ai mercati. Non a caso, la scorsa edizione della fiera veronese ha offerto ampie opportunità, anche ai buyers internazionali, per approfondire le nostre realtà regionali e comunicare al mondo le nostre potenzialità e i risultati raggiunti. Nel caso della Puglia, poi, ampiamente presente con un proprio padiglione già da molti anni, l’evoluzione qualitativa dell’offerta è una costante. Dal punto di vista vinicolo, sicuramente negli ultimi tempi si sono fatti enormi passi avanti.E la degustazione di vini pugliesi svoltasi durante la recente edizione della fiera ha dato l’ennesima conferma di questa verità, divenuta un fatto consolidato. Fra le aziende pugliesi che hanno comunicato di più questa attenzione, troviamo Pezza Viva Nuova (www.pezzaviva.it) che ha presentato, oltre al già noto Thyrsos, Primitivo di Manduria Doc, il proprio Primitivo rosato,Anthos2013, Igp: il prodotto di punta della cantina di Torre S.Susanna, in provincia di Brindisi, è un rosè di grande armonia e delicatezza, uno charmat prodotto in 15mila bottiglie che stupisce per la propria originalità e per la freschezza che ci ha trasmesso durante la degustazione. Un vino di estrema gradevolezza, che, fra l’altro, ha uno straordinario rapporto fra qualità e prezzo, e si adatta anche ad essere sbicchierato per aperitivi “frizzanti”. L’azienda agricola Pezzaviva è ben conosciuta in Puglia, oltre che per i vini, per la produzione di eccellente olio extravergine di oliva e di latticini di qualità. Mozzarelle, giuncata, pampanella, caciocavallo, scamorze, provole bianche leggermente affumicate, stracciatella e burrata: una produzione che spazia anche verso produzione di formaggio di capra e pecora, connotati da genuinità e gusto. La Tenuta Coppadoro, della società Capitanata Agricola, è ubicata invece nel foggiano, in territorio di San Severo(www.tenutacoppadoro.it): nata nel 1998, molto proiettata sui mercati internazionali, la cantina si avvale della consulenza di una grande firma enologica, Riccardo Cotarella, come ci comunica Teresa Pisante, anima appassionata dell’azienda agricola. “Qualità senza compromessi – ci dice -. Per il forte legame con il territorio, i vini della Tenuta si coniugano perfettamente con il presente e il futuro della scienza enologica, grazie anche ad investimenti costanti in tecnologia e innovazione”. Dalla ampia gamma di etichette della Tenuta Coppadoro, è stato scelto per la degustazione ilBrando2013, un Nero di Troia in purezza, di recente imbottigliamento, che ha letteralmente stupito per corpo e struttura. Insieme al Rosa diSalsola, un rosè 2013, ha regalato momenti di grande emozione ai degustatori, italiani ed esteri. San Marzano (www.feudisanmarzano.it), con sede a San Giuseppe (Ta) e noto per la propria linea di vini “I Tratturi”, a sua volta, ha proposto in degustazioneMagia, un vino di nuova produzione, seppur prodotto grazie ad un vitigno storico come il Moscato bianco del Salento, un Igp estremamente piacevole, che dà vita a un prodotto di grande equilibrio, ideale in abbinamento a piatti di pesce, anche crudo, crostacei e carni bianche. Perfetto a tutto pasto per le cucine delicate, ma anche proposto come aperitivo.San Marzano, presente a Vinitaly con il direttore Mauro Di Maggio, ha stupito i wine writer presenti al tasting anche con il proprio Negroamaro, che in etichetta riporta la scritta“F”: prodotto in circa settantamila bottiglie, F è un vino ricco e complesso, che regala profumi di note speziate, frutti di bosco e, in bocca, note fruttate di ciliegia, marasca, lamponi. Ha un finale di grande persistenza e, grazie alla propria struttura, si rivela perfetto nell’abbinamento con piatti di carni rosse, selvaggina, grandi primi. Vinicola Mediterranea, di San Pietro Vernotico (Br), www.vinicolamediterranea.it, ha messo in degustazione due grandi rossi, destinati ad un pubblico di conoscitori, come sottolinea Giuseppe Marangio, amministratore delegato della cantina brindisina: due espressioni di Negroamaro, che hanno sottolineato l’impegno dell’azienda nella direzione della qualità. Due grandi vini, autentica espressione del territorio del Salento, del quale esprimono l’intensità climatica e la forte tensione verso l’eccellenza. Il Granduca 2010, Salice Salentino Riserva (vitigni: Negroamaro e, in piccola parte, Malvasia nera) di grande impatto olfattivo e di delicato equilibrio in bocca, esprime al meglio l’impegno produttivo dell’azienda, che sa di operare in un’area di straordinaria e consolidata vocazione viticola. Il secondo vino degustato, Emozioni, sempre 2010, è un Salento Igp: morbido, vellutato, sapido, pieno. Un concentrato di corpo e mineralità, che ben si presta all’abbinamento con carni rosse, selvaggina, formaggi stagionati e sapidi. Entrambi i vini si sono rivelati all’altezza delle attese: le due degustazioni, infatti, hanno messo in evidenza le caratteristiche del Negroamaro Puglia Igt e del Primitivo Salento Igp, espressi rispettivamente dall’Orfeo2011 e dal Fiore di Vigna, sempre 2011. Proposti in degustazione da Elena Ciurletti, che segue i mercati esteri per l’azienda di San Donaci, nel brindisino, hanno superato ogni aspettativa: Orfeo 2011, colore rosso rubino, bouquet ampio e sapido, gusto pieno e rotondo, è destinato alla ristorazione di qualità, che lo può proporre in abbinamento con piatti della tradizione a base di carne. Il secondo vino, il Fiore di Vigna 2011, le cui uve una volta raccolte subiscono un appassimento di tre settimane circa (tecnica utilizzata al nord ma tutto sommato innovativa per il sud).Il risultato che ne deriva è di un vino fragrante, dal bouquet avvolgente e intenso, con gusto pieno e maturo che rivela grande concentrazione aromatica.