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La Puglia vanta un’antichissima tradizione enologica, essendo stata tra le primissime regioni d’Europa a sviluppare la viticoltura, importata circa 3.000 anni fa dagli antichi Greci che qui trovarono la loro seconda patria nella cosiddetta Magna Grecia. La vocazione orografica è fondamentale. La predominanza di aree collinari e pianeggianti e la composizione dei terreni, prevalentemente calcarei o calcareo-argillosi, rende il territorio favorevole per l’allevamento della vite, insieme al clima arido che consente il corretto stress idrico delle piante. A questo si aggiunge la particolare conformazione della regione, con oltre 800 km di costa per una lingua di terra stretta e lunga incuneata nel Mediterraneo, costantemente lambita da venti e brezze marine. L’ampeleografia pugliese è ricca di biodiversità. Sono presenti varietà principali per carattere ed estensioni vitate ma anche numerose varietà minori, alcune a rischio di estinzione e solo recentemente oggetto di studi e ricerche. Nero di Troia, Primitivo e Negroamaro: i vitigni a bacca nera principali che caratterizzano ciascuno i tre macro territori in cui si divide la regione. Il Nero di Troia, tipico del centro-nord, dalla Daunia a Castel del Monte, si caratterizza per la tarda maturazione (fine ottobre) e dà vini floreali ed eleganti, ben strutturati e dall’ importante potenziale di longevità. La forte tannicità di questo vitigno ne ha richiesto per anni l’uvaggio con altre varietà, e solo recentemente i produttori sono riusciti, grazie a tecniche di vinificazione moderne, a ottenere vini estremamente gradevoli anche in purezza. Si rifà alla maturazione precoce delle uve il nome del vitigno Primitivo, che trova la sua patria nell’area dell’alto Salento ionico (Manduria). I suggestivi vigneti, le cui piante, a volte anche ottuagenarie, sono allevate secondo il tradizionale sistema ad alberello, sono impiantati sul tipico terreno rosso ricco di minerali. I vini, molto concentrati nel frutto, potenti e con tannini morbidi, ostentano una personalità esuberante. Della penisola salentina il Negroamaro è il vitigno simbolo. Si tratta di una varietà molto generosa che dà vini di carattere ed equilibrati, forti in struttura e intensi negli aromi. La tradizione vuole questa varietà spesso in blend con un’altra autoctona locale, la Malvasia nera, che oggi è vinificata anche in purezza in versioni che vanno da giovani e fresche ad alcune eccellenze ottenute da appassimento. Recentemente alcune aree della Puglia si sono rivelate buona patria anche per l’Aglianico, con grande soddisfazione dei vignaioli. Anche questa varietà che si esprime in vini eccezionalmente potenti e carichi, dal tannino importante e particolarmente adatti all’invecchiamento. Tutte le aziende citate sono partner del Consorzio Movimento Turismo del Vino Puglia, che da sedici anni supporta un network di oltre cinquanta cantine regionali nella valorizzazione e promozione dei loro prodotti, organizzando iniziative di internazionalizzazione ed enoturismo di qualità.SCARICA IL PDF >>