03/10/2014 – Corriere della Sera
diPaola MoscardinoLa sua cucina mediterranea vanta estimatori noti sin dai tempi del Bellavitae di New York. Tra questi, Chelsea Clinton e Marc Mezvinsky. «Vegetariani, amavano che raccontassi di ricette, come quella delle zucchine alla poverella con crostini di farina integrale». E poi Anna Wintour, amante della mozzarella di bufala con verdure di stagione. E l’ex sindaco Michael Bloomberg, stregato da un piatto di spaghetti alla «san giuannid» (olio, aglio, capperi, peperoncino e acciughe), che ha passato parola ai suoi amici Henry Kissinger e Oscar de la Renta.E così oggi la Camera di Commercio italo-americana ha insignito Pasquale Martinelli, 38 anni, a New York da 15, del titolo di ambasciatore della cucina mediterranea nel mondo. «Sono nato a Mola di Bari. Far conoscere è la cucina della mia infanzia, tra le più buone che ci siano, è un onore». Sposato, una figlia e uno slang a metà tra l’inglese e il pugliese, la sua storia dimostra che a nulla vale la tecnica se a mancare è la tenacia. Nel curriculum di Martinelli la scuola alberghiera, poi l’apprendistato sulle navi da crociera e in un albergo cinque stelle di Londra dove al lavoro alterna lo studio. A Milano diventa sommelier ma l’Italia gli sta stretta. Sbarcato a New York, vive in una cantina, il primo lavoretto a Brooklyn, poi approda al Benoit di Alain Ducasse. Al Bellavitae, invece, arriva come responsabile di sala. «Un giorno i due soci litigano e uno dei due non si presenta in cucina. Io dico all’altro: ci vado io. Sono disposto a prendere la metà dello stipendio pur di cucinare».I clienti si accorgono di lui. Tra questi l’anchorwoman Martha Stewart che lo invita in trasmissione, dove lui cucina baccalà alla pizzaiola nella terracotta di Rutigliano e sporcamusi di crema e pasta sfoglia.Oggi Pasquale lavora in proprio. Ha fondato il catering di lusso WarmPalate. Tra i suoi clienti Martin Scorsese. «La buona cucina da sola non basta. A chi mi chiama porto il racconto dei miei piatti e il sorriso dell’ospitalità».
