26/07/2013 – Corriere del Mezzogiorno

26/07/2013 – Corriere del Mezzogiorno

Segreti della cantina e bottiglie preferite L’intervista a Giuseppina, seconda parte «Di italiano avevamo vini dolci, più che altro rosoli»di Guglielmo BelelliFu dunque davvero triste per lei apprendere che l’imperatore intendeva divorziare…«Che dirle? Quando me lo disse svenni. Però mi sacrificai e accettai il divorzio senza provocare incidenti per permettergli di avere il figlio che desiderava e io non potevo più dargli. Dopo di che mi ritirai alla Mal maison e mi dedicai interamente alle mie rose, le mie bellissime rose… Feci piantare nel giardino più di duecento varietà di rose provenienti dalla Persia. Da queste venne poi isolata la famosa Rosa tea, e furono create molte nuove varietà. Una di queste fu chiamata Souvenir de la Malmaison».Cosa mi dice della sua favolosa cantina?(L’imperatrice mi sorrise. Per un attimo vidi nei suoi occhi un lampo maliardo).«Avevamo due cantine. Una era nel parco, sotto la fontana, vicino al giardino dei fiori, dove si trovavano gli edifici agricoli, a destra del cancello di ingresso del castello. L’altra era grandissima, e si trovava sotto la grande galleria che l’architetto Berthot fece costruire per ospitare le mie collezioni… Avevamo più di 13.000 bottiglie, ovvero forse dovrei dire l’equivalente di più di 13.000 bottiglie, perché allora il vino veniva acquistato in barrique e poi imbottigliato. Le barriques le tenevamo nella cantina sotto la fontana: lì avevamo solo poche bottiglie, circa 120, oltre a quasi 1.600 bottiglie vuote per l’imbottigliamento e 12 barriques di vino di Bordeaux, ciascuna da 280 litri. I vini in bottiglia li tenevamo nell’altra cantina. Ovviamente Bordeaux aveva la parte maggiore: Margaux, Lafite, Latour e Haut-Brion. Il nostro Sauternes era di Suduirot. C’erano poi vini di un po’ tutte le regioni della Francia, Borgogna (naturalmente Chambertin, Montrachet e vini di Beaune), Champagne, soprattutto di Aÿ, Rodano (molto Hermitage), della Languedoc e del Roussillon: mi piacevano e piacevano molto ai nostri ospiti i muscat di Frontignan e Rivesaltes e i rancios di Banyuls per accompagnare i dolci. Avevo fatto venire un pasticciere bravissimo, un napoletano, che si chiamava Rouchèse (1)… Mi scusi ma non so pronunciare questo nome. Faceva dei dolci buonissimi, ci deliziava con i suoi biscotti con la glassa, per non parlare dei gelati!. Avevamo poi dei vini spagnoli, ungheresi (il Tocai), e molti altri, anche italiani…Quali vini italiani?«Beh, vini dolci, Avevamo alcune bottiglie di Picolit e poi… più che altro rosoli e vermouth, che già allora piaceva molto. E poi ancora molto Rhum. Lei sa certamente delle mie origini creole. Sono originaria delle Antille, una terra dove ho trascorso alcuni dei miei anni più felici, ed anche dei più infelici. In due occasioni ho dovuto fuggirne, tra debiti e rivolte…».Mi scusi se ritorno sui Borgogna. Vorrei sapere qualcosa di più sulla passione dell’imperatore per lo Chambertin.«Lo Chambertin piaceva anche a me e molto, ma Napo (mi scusi, ma nell’intimità lo chiamavo così) beveva praticamente solo Chambertin. Lui non beveva mai liquori e anche di vino era un bevitore molto sobrio, mai più di mezza bottiglia e lei sa che ai miei tempi gli uomini bevevano assai più di una mezza bottiglia di vino. Alcuni sembravano otri. Oh Dio, mi è venuto in mente di nuovo il mio primo marito, Alessandro. Lui sì che beveva moltissimo. Napo beveva il suo Chambertin vecchio di 5-6 anni. Ne beveva poco, ma sempre, era l’unico vino che gli piacesse davvero, che portava sempre con sé durante le sue campagne… persino durante la campagna di Egitto. Una volta sembra che avesse detto che quel vino gli avrebbe dato la vittoria … Ricordo la vendemmia del 1802. Il Clos de Bèze era fantastico».Altezza. Non so come ringraziarla per la sua intervista. O meglio saprei come farlo se non le sembrerò troppo invadente, ma ho voluto farle una sorpresa…«No, no, non si preoccupi, di che sorpresa parla?». (Tirai fuori la mia bottiglia di Chambertin grand cru di Armand Rousseau)Mi concede l’onore di brindare con Lei?«Che meraviglia… Aspetti, prendo subito dei bicchieri all’altezza del suo vino…». (Facemmo tintinnare i bicchieri e mandammo giù un bicchiere del nostro nettare. Uno?)Note dell’intervistatore:(1) Ruccesi – Come è noto, Giuseppina fu la prima moglie dell’imperatore Napoleone I Bonaparte, che, innamorato, la sposò contro la volontà della madre, che le era ostile. Donna molto discussa, di origine creola, già sposata con Alessandro Beauharnais, dalla quale si era separata legalmente, dopo aver avuto due figli, ebbe vita avventurosa fino alle nozze con Napoleone. L’unione con l’imperatore non fu felice, sia per i tradimenti di Giuseppina (ma, pare, dello stesso Napoleone), sia perché Giuseppina non riuscì a dare il desiderato erede a Napoleone, che la ripudiò, per sposare Maria Luisa d’Asburgo-Lorena. L’imperatore le lasciò comunque una magnifica residenza, alla Malmaison, dove visse gli ultimi anni della sua vita. L’intervista è ovviamente immaginaria, ma tutti i dettagli biografici riportati sono storicamente corretti.(Intervista tratta dal volume di G.Bellelli Interviste impossibili davanti a un bicchiere di vino, Adda, Bari, per concessione dell’editore. Il libro è stato recentemente premiato alla XII ed. del Premio per la Narrativa inedita su Il vino nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel cinema, del Centro Pavesiano Museo Casa Natale di S.Stefano Belbo).