Bonifico a sorpresa dell’INPS: il 15 dicembre ti mandano 480€ più gli arretrati | L’accredito che ti salva il Natale
Tutto sul pagamento di metà dicembre dell’Assegno di Inclusione: chi riceverà l’accredito anticipato e cosa fare per mantenere il sussidio nel 2025.
Inps (ANSA) - MtvPuglia
Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, l’attenzione dei beneficiari dell’Assegno di Inclusione (ADI) si sposta sulle scadenze dei pagamenti di dicembre e sulle procedure necessarie per garantire la continuità della misura nel 2026. Dicembre è un mese particolare per le erogazioni INPS, spesso soggetto a variazioni di calendario dovute alle festività natalizie, ma rappresenta anche un momento cruciale di transizione burocratica per il rinnovo delle certificazioni economiche.
In questo articolo analizziamo nel dettaglio la finestra di pagamento prevista per il 15 dicembre, chiarendo chi sono i destinatari di questa specifica tranche e quali passi compiere per non rischiare la sospensione dell’assegno con l’arrivo del nuovo anno.
Il pagamento del 15 dicembre: destinatari e tempistiche
Il calendario dei pagamenti dell’Assegno di Inclusione segue una logica binaria ben definita dall’INPS, che distingue tra i nuovi beneficiari e coloro che ricevono la prestazione in modo continuativo. La data del 15 dicembre (o il primo giorno bancabile utile a ridosso di questa data) è cerchiata in rosso per una specifica categoria di utenti.
Riceveranno l’accredito a metà mese, indicativamente intorno al 15 dicembre, i nuclei familiari che hanno presentato la domanda di accesso alla misura nel mese di novembre 2025, completando con successo la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (PAD) nello stesso mese. Per questi cittadini, la rata di dicembre rappresenta la prima mensilità in assoluto. Inoltre, questa data riguarda spesso anche coloro che attendono arretrati o che hanno avuto la pratica sbloccata dopo una precedente sospensione dovuta a controlli istruttori.
È fondamentale sottolineare una distinzione importante: per tutti i beneficiari che hanno già ricevuto almeno una mensilità e per i quali il trattamento è in corso di godimento regolare, il pagamento non avverrà il 15, ma seguirà la finestra di fine mese. Solitamente prevista per il 27, nel mese di dicembre questa data potrebbe subire lievi anticipazioni per agevolare le famiglie prima delle festività, ma la regola generale prevede che il flusso di metà mese sia riservato esclusivamente ai “primi pagamenti” o alle riattivazioni.
Verso il 2026: l’obbligo del nuovo ISEE e il rischio sospensione
Mentre si attende l’accredito di dicembre, lo sguardo deve necessariamente rivolgersi al 2025. L’Assegno di Inclusione, pur essendo una misura strutturale, è strettamente legato alla situazione economica del nucleo familiare, certificata tramite l’ISEE. Tutti gli ISEE elaborati nel corso del 2024 scadranno improrogabilmente il 31 dicembre.
Questo passaggio è critico: per continuare a ricevere l’ADI senza interruzioni nel 2026, i beneficiari dovranno presentare la Nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) a partire dal 1° gennaio 2026 per ottenere l’ISEE aggiornato. L’INPS solitamente concede un periodo di tolleranza (spesso coprendo la mensilità di gennaio con il vecchio ISEE o sospendendo in attesa del rinnovo), ma la mancata presentazione della nuova certificazione entro i termini stabiliti (generalmente fine febbraio per evitare stop a marzo) porterà alla sospensione dei pagamenti.
È dunque consigliabile prenotare con largo anticipo l’appuntamento presso i CAF o prepararsi all’utilizzo della DSU precompilata sul sito dell’INPS. Il rinnovo dell’ISEE è essenziale non solo per confermare il diritto alla prestazione, ma anche per ricalcolare l’importo spettante, che potrebbe variare in base ai cambiamenti reddituali o patrimoniali avvenuti nel nucleo familiare nell’anno di riferimento (2024 per l’ISEE 2026).

Importi e rivalutazione: cosa cambia nel nuovo anno
Con l’arrivo del 2026, l’importo dell’Assegno di Inclusione potrebbe subire delle variazioni legate al meccanismo della perequazione, ovvero l’adeguamento all’inflazione. Sebbene l’ADI sia composto da una quota di integrazione al reddito familiare (fino a 6.000 euro annui, moltiplicati per la scala di equivalenza) e una quota per l’affitto (fino a 3.360 euro annui), le soglie e gli importi potrebbero essere rivisti in base agli indici ISTAT sul costo della vita, come accade per le pensioni e l’Assegno Unico.
Inoltre, il 2026 vedrà un rafforzamento dei controlli sui requisiti non economici. Ricordiamo che il mantenimento del beneficio è subordinato non solo all’ISEE, ma anche al rispetto del percorso di attivazione sociale e lavorativa. I beneficiari devono presentarsi ai Servizi Sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del PAD (se non lo hanno già fatto) e aggiornare la propria posizione ogni 90 giorni. Il mancato rispetto di questi appuntamenti, che vengono monitorati attraverso la piattaforma SIISL, è una delle cause più frequenti di decadenza dal beneficio.
In conclusione, mentre l’accredito di metà dicembre offrirà un respiro economico immediato ai nuovi richiedenti, la vera sfida per tutti i percettori dell’Assegno di Inclusione sarà la tempestività nell’aggiornamento documentale di gennaio, passaggio obbligato per garantire la serenità economica della famiglia per tutto il 2025.
