Bonus Mobili 2025: arrivano soldi facili facili per chi sta ristrutturando casa | Fino a 5000€ sei dentro
Buone notizie per chi ristruttura casa: il Bonus Mobili è prorogato per tutto il 2025. Detrazione IRPEF del 50% su una spesa massima di 5.000 euro. Ecco la guida completa.
Bonus (Pexels) - MtvPuglia
La proroga e le nuove soglie di spesa: cosa cambia nel 2025
Una boccata d’ossigeno per le famiglie italiane impegnate nei lavori di riqualificazione domestica: il Bonus Mobili ed Elettrodomestici è stato confermato anche per l’anno 2025. La misura, che rappresenta uno dei pilastri delle agevolazioni fiscali legate alla casa, permette ai contribuenti di beneficiare di una detrazione IRPEF del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici destinati a immobili oggetto di ristrutturazione.
Il punto focale della normativa per il 2025 riguarda il massimale di spesa. Dopo le oscillazioni degli anni passati, che avevano visto il tetto salire fino a 16.000 euro per poi scendere a 10.000 e successivamente a 8.000, per il 2025 si consolida la soglia stabilita nell’anno precedente: 5.000 euro. Questo significa che la detrazione massima ottenibile dal contribuente sarà pari a 2.500 euro (il 50% di 5.000), da ripartire in dieci quote annuali di pari importo nella dichiarazione dei redditi.
È fondamentale sottolineare che il limite di spesa riguarda la singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o la parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Di conseguenza, se un contribuente esegue lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari, avrà diritto al beneficio più volte. La detrazione spetta unicamente al contribuente che usufruisce della detrazione per le spese di intervento di recupero del patrimonio edilizio; non è possibile, ad esempio, trasferire il bonus mobili agli eredi in caso di decesso del contribuente, a differenza di quanto avviene per il bonus ristrutturazioni.
Requisiti e beni agevolabili: il legame con la ristrutturazione
Il requisito imprescindibile per accedere al Bonus Mobili 2025 rimane il collegamento diretto con un intervento di recupero del patrimonio edilizio. Non basta, dunque, acquistare un divano o una lavatrice per ottenere lo sconto fiscale: è necessario aver avviato lavori di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, o ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. Per le parti comuni dei condomini, anche la manutenzione ordinaria (come la tinteggiatura delle pareti esterne o il rifacimento di pavimenti nell’androne) dà diritto al bonus, ma solo per l’acquisto di arredi destinati a tali parti comuni.
Un aspetto tecnico cruciale riguarda le tempistiche: la data di inizio lavori deve essere necessariamente antecedente a quella in cui sono sostenute le spese per l’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici. Non è invece necessario che le spese di ristrutturazione siano state completamente saldate.
Ma cosa si può acquistare concretamente? L’agevolazione copre l’acquisto di mobili nuovi come letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Sono esclusi, invece, porte, pavimentazioni (ad esempio il parquet), tende e tendaggi.
Per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, la normativa impone specifici requisiti di efficienza energetica per promuovere il risparmio e la sostenibilità. Sono agevolabili forni (classe non inferiore alla A), lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie (classe non inferiore alla E), frigoriferi e congelatori (classe non inferiore alla F). L’acquisto è detraibile anche se i beni sono sprovvisti di etichetta energetica, a patto che per quella tipologia non sia ancora previsto l’obbligo di etichettatura.

Modalità di pagamento e adempimenti fiscali
Per non perdere il diritto alla detrazione, la forma conta quanto la sostanza. I pagamenti devono essere effettuati esclusivamente con metodi tracciabili. Sono ammessi il bonifico bancario o postale (non è obbligatorio utilizzare quello “parlante” specificamente predisposto per le ristrutturazioni, va bene anche un bonifico ordinario), oppure carte di credito e di debito. In quest’ultimo caso, la data di pagamento è quella in cui avviene la transazione online o tramite POS, non quella dell’addebito sul conto corrente. Sono assolutamente vietati i pagamenti tramite assegni, contanti o altri mezzi non tracciabili.
Oltre alla corretta modalità di pagamento, il contribuente deve conservare con cura la documentazione: la ricevuta del bonifico, la ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito), la documentazione di addebito sul conto corrente e le fatture di acquisto dei beni, che devono riportare la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.
Infine, un adempimento specifico riguarda gli elettrodomestici: l’acquisto di forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga e lavatrici deve essere comunicato all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). La comunicazione va inviata telematicamente tramite il sito dedicato dell’ENEA entro 90 giorni dalla data di acquisto o collaudo. Sebbene la mancata o tardiva trasmissione non comporti la perdita automatica del diritto alla detrazione (come chiarito in passato dall’Agenzia delle Entrate), si tratta di un obbligo normativo da rispettare per garantire la piena regolarità della pratica.
