Puglia in ansia per l’ADI: i soldi arrivano il 26 novembre ma molti restano fuori | Cosa sta accadendo in tutta la regione

Carta bancaria

ADI Puglia - MTVPUglia

In Puglia cresce la preoccupazione per la ricarica dell’Assegno di Inclusione, attesa dal 26 novembre: una data che porta sollievo a chi riceverà il pagamento, ma diventa un incubo per chi rischia di restare fuori a causa di un ISEE sbagliato proprio nel momento più delicato del mese.

Il clima di attesa è palpabile tra famiglie, single, lavoratori fragili e nuclei con minori che contano sull’accredito per coprire affitto, spese alimentari e bollette. Le ultime settimane dell’anno sono sempre le più delicate per i bilanci domestici e, in Puglia, la platea dell’ADI è particolarmente ampia, con migliaia di beneficiari che monitorano l’arrivo della ricarica per evitare di accumulare ritardi nei pagamenti quotidiani.

A complicare il quadro, però, ci sono gli errori dell’ISEE: documenti non aggiornati, omissioni involontarie o difformità rilevate nei controlli incrociati possono bloccare l’erogazione anche a chi avrebbe pieno diritto alla prestazione. Il risultato è una sensazione di incertezza che, a fine mese, pesa come un macigno per chi vive già con risorse limitate e non può permettersi nemmeno un ritardo di pochi giorni.

Perché basta un ISEE sbagliato per perdere la ricarica

Un errore nell’ISEE può nascere da molte cause: dati non inseriti correttamente nel modello, documenti non aggiornati, variazioni familiari non comunicate o semplici errori materiali nella compilazione. Quando il sistema rileva un’anomalia, la procedura si blocca e l’ADI non viene pagato finché la situazione non viene corretta. È un meccanismo automatico, pensato per garantire la correttezza dei requisiti, ma che finisce per penalizzare proprio chi, spesso, non ha gli strumenti per accorgersi dell’errore in tempo utile.

Il problema diventa ancora più evidente in regioni come la Puglia, dove molti beneficiari si affidano ai CAF per la compilazione e non controllano poi in autonomia la correttezza dei dati trasmessi. Un ISEE formalmente difforme può significare l’azzeramento della ricarica del 26 novembre e l’obbligo di ripresentare la DSU, con tempi tecnici che non sempre coincidono con le urgenze economiche dei nuclei familiari.

Soldi
Soldi (Pexels) – MtvPuglia

Chi rischia di restare fuori e come evitare di perdere il sostegno

A essere più esposti sono i nuclei con redditi discontinui, chi ha cambiato lavoro negli ultimi mesi, le famiglie che hanno subito variazioni nella composizione e le persone che non hanno aggiornato tempestivamente la DSU. Basta una difformità per far scattare la sospensione, lasciando senza sostegno proprio nel periodo in cui si concentrano spese, scadenze e bollette invernali.

La raccomandazione degli esperti è di verificare con attenzione ogni dettaglio della documentazione ISEE, controllando che tutti i dati siano coerenti e aggiornati. Chi riceve una comunicazione di difformità dovrebbe intervenire subito, senza attendere l’esito della ricarica. Per molti pugliesi, infatti, il rischio non è solo un ritardo temporaneo ma la perdita di un accredito essenziale, quello che permette di arrivare a fine mese senza scivolare in situazioni ancora più difficili. Con la data del 26 novembre alle porte, l’ansia cresce perché una semplice anomalia potrebbe trasformare l’ADI da aiuto a miraggio proprio nel momento in cui serve di più.