Questa è la città più calda d’Italia: vivono a maniche corte tutto l’anno e non conoscono cosa sia un termosifone | Fanno il bagno pure d’inverno
Dalla Sicilia alla Pianura Padana: un viaggio meteorologico per scoprire chi detiene il primato del caldo, tra picchi record di 48,8°C e l’afa delle metropoli.
Siracusa (Web) - MtvPuglia
Definire con certezza assoluta quale sia la città più calda d’Italia non è un compito semplice come potrebbe apparire a una prima lettura dei dati. La meteorologia, infatti, ci impone di fare una distinzione fondamentale tra i picchi di temperatura massima assoluta – ovvero i record storici registrati in un singolo momento – e la temperatura media annuale o stagionale. Inoltre, entra in gioco il fattore dell’umidità, che trasforma il calore in afa insopportabile, modificando drasticamente la percezione umana. Tuttavia, analizzando i dati raccolti negli ultimi anni dalle stazioni meteorologiche ufficiali e dagli istituti di ricerca, è possibile tracciare una mappa del calore che vede il Sud Italia e le Isole Maggiori come protagoniste indiscusse, con alcune notevoli eccezioni.
Il record europeo: Siracusa e la corona di fuoco
Se ci basiamo sul dato puro, quello che fa notizia e che rimane negli annali della climatologia, la risposta è inequivocabile: la provincia di Siracusa detiene attualmente lo scettro. L’evento che ha riscritto la storia climatica non solo italiana, ma europea, si è verificato l’11 agosto 2021. In quella data, la stazione meteorologica di Floridia, nel siracusano, ha registrato l’incredibile temperatura di 48,8°C. Questo valore è stato ufficialmente validato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), cancellando il precedente record ufficioso di Catenanuova (Enna) e superando il primato continentale detenuto da Atene dal 1977.
La conformazione geografica dell’entroterra siciliano, unita alla vicinanza con l’Africa, rende queste zone particolarmente suscettibili alle ondate di calore portate dall’anticiclone subtropicale africano. Quando i venti di scirocco soffiano senza incontrare l’azione mitigatrice del mare, le valli interne della Sicilia (così come il Tavoliere delle Puglie, dove Foggia registra spesso picchi superiori ai 40°C) si trasformano in veri e propri forni a cielo aperto. In queste aree si parla di caldo torrido, ovvero un calore secco, con tassi di umidità molto bassi, che permette al termometro di salire vertiginosamente.
Medie annuali e il fattore umidità: la sfida tra Sud e Pianura Padana
Se invece di guardare al singolo giorno più rovente dell’anno, analizziamo la costanza delle temperature elevate, la classifica cambia leggermente, pur rimanendo ancorata al Mezzogiorno. Città come Crotone, Catania, Palermo e Messina figurano regolarmente ai primi posti per la temperatura media annuale più alta. Qui, l’inverno è estremamente mite e l’estate è lunga e persistente. In queste zone costiere, il mare agisce come un volano termico: impedisce le gelate invernali ma trattiene il calore durante le notti estive, impedendo alle temperature di scendere significativamente.
Tuttavia, esiste un altro tipo di “città più calda”: quella dove si soffre di più. È qui che entrano in gioco le città della Pianura Padana, come Bologna, Ferrara o Mantova. Sebbene i loro termometri raramente tocchino i 45°C delle zone interne sicule, queste città sperimentano il fenomeno del caldo afoso. L’assenza di ventilazione e l’alto tasso di umidità fanno sì che una temperatura reale di 34°C possa essere percepita dal corpo umano come superiore ai 40°C. A questo si aggiunge l’effetto “isola di calore” tipico delle grandi aree urbanizzate come Milano o Roma, dove l’asfalto e il cemento accumulano calore durante il giorno rilasciandolo durante la notte, creando il fenomeno delle “notti tropicali” (quando la minima non scende mai sotto i 20°C).
Un trend in ascesa: cosa ci dicono i dati sul futuro
Indipendentemente da quale città detenga il primato in un dato anno, i report dell’ISPRA e del CNR indicano una tendenza chiara e preoccupante: l’Italia si sta scaldando a una velocità superiore alla media globale. Le ondate di calore, che un tempo erano eccezioni limitate ai mesi di luglio e agosto, ora si estendono da giugno fino a ottobre. L’anticiclone delle Azzorre, che garantiva estati calde ma ventilate, è stato quasi completamente soppiantato dalle incursioni dell’anticiclone africano.
Questo cambiamento climatico sta rendendo il titolo di “città più calda” sempre più conteso e meno invidiabile. Le città italiane stanno affrontando sfide inedite: dalla necessità di ripensare l’urbanistica aumentando le aree verdi per mitigare le isole di calore, alla gestione delle risorse idriche e sanitarie per proteggere le fasce più fragili della popolazione. Che si tratti dei 48,8°C secchi di Siracusa o dei 38°C umidi di Bologna, il messaggio è univoco: il clima italiano è cambiato, e l’adattamento a queste nuove temperature estreme è la sfida del presente.
