Svelato il mistero della mozzarella Lidl: è buonissima e costa pochissimo ma la produce il re dei lattai italiani | Cambiano etichetta e paghi 2.50€ in meno

Dietro i marchi Merivio e Italiamo si nascondono spesso i giganti del settore lattiero-caseario italiano. Scopri come leggere l’etichetta per riconoscere la qualità.

Mozzarella

Mozzarella (Pixabay) - MtvPuglia

I marchi del distributore: una strategia che premia il consumatore

Quando passeggiamo tra le corsie di un supermercato Lidl, siamo ormai abituati a vedere marchi come Merivio o Italiamo. Questi nomi, tecnicamente definiti Private Label o marchi del distributore, sono diventati sinonimo di un rapporto qualità-prezzo spesso sorprendente. Ma la domanda che molti consumatori attenti si pongono è: chi produce fisicamente quella mozzarella? Lidl, infatti, è una catena di distribuzione, non un’azienda di produzione; non possiede allevamenti di bufale né stabilimenti caseari. La risposta risiede nel meccanismo del co-packing.

Le grandi catene di discount stringono accordi commerciali con aziende leader del settore alimentare. Queste ultime producono i beni nei loro stabilimenti, spesso sulle stesse linee di produzione dei loro marchi famosi, ma li confezionano con l’etichetta del discount. Per il produttore, questo significa saturare le linee industriali e ottimizzare i costi; per Lidl, significa offrire un prodotto di qualità certificata a un prezzo competitivo, tagliando drasticamente le spese di marketing e pubblicità che gravano sui grandi brand. Non si tratta quindi di prodotti di “serie B”, ma spesso degli stessi prodotti, o con variazioni minime nella ricetta, venduti in una veste meno blasonata.

Merivio, Italiamo e gli altri: i nomi dei veri produttori

Andando nello specifico del banco frigo, la mozzarella a marchio Lidl riserva interessanti sorprese. Per quanto riguarda la linea base, spesso commercializzata sotto il brand Merivio, i fornitori possono variare a seconda del lotto e della regione, ma i nomi che emergono più frequentemente sono di assoluto rilievo. In molti casi, la mozzarella classica Merivio è prodotta da Granarolo, uno dei colossi del latte italiano, o da Francia Latticini, un’azienda storica del Lazio. In altri casi, specialmente per i formaggi a pasta filata più economici, la produzione può essere affidata a grandi latterie tedesche come la Goldsteig, dato che Lidl è una multinazionale di origine tedesca.

Il discorso si fa ancora più interessante con la linea premium Italiamo, dedicata alle eccellenze regionali. La Mozzarella di Bufala Campana DOP a marchio Italiamo, spesso elogiata dagli esperti del settore per la sua qualità, è stata storicamente prodotta da caseifici di alto profilo come Mandara o La Contadina. Stiamo parlando di aziende che rappresentano l’eccellenza del territorio campano. Anche la mozzarella senza lattosio del marchio Free From di Lidl vede spesso dietro le quinte la mano di produttori come Sterilgarda o la stessa Granarolo. È la dimostrazione che, acquistando al discount, il consumatore sta spesso mettendo nel carrello un prodotto realizzato dai leader di mercato, pagandolo però una frazione del prezzo originale.

Lidl
Lidl (Pexels) – MtvPuglia

Saper leggere l’etichetta: il segreto del Bollo CE

Come può un consumatore verificare autonomamente queste informazioni e non affidarsi solo al “sentito dire”? Lo strumento fondamentale a disposizione di ogni acquirente è il cosiddetto Bollo CE. Si tratta di un marchio ovale presente obbligatoriamente su tutte le confezioni di prodotti di origine animale (latte, formaggi, salumi, carne) commercializzati nell’Unione Europea. All’interno di questo ovale si trova un codice alfanumerico che identifica univocamente lo stabilimento di produzione.

Per scoprire chi ha prodotto la mozzarella che avete in mano, basta osservare l’ovale: la sigla “IT” indica l’Italia, seguita da numeri e lettere che rappresentano la regione e il numero di riconoscimento dello stabilimento. Inserendo questo codice sul sito del Ministero della Salute o su portali dedicati ai consumatori, è possibile risalire all’indirizzo esatto della fabbrica. Se l’indirizzo corrisponde allo stabilimento di Granarolo a Bologna o di Mandara a Mondragone, avrete la certezza matematica della provenienza del prodotto. Imparare a decifrare il bollo CE trasforma il consumatore da acquirente passivo a esperto consapevole, capace di scovare l’alta qualità anche dietro un’etichetta economica.