01/12/2014 – Spirito Divino

01/12/2014 – Spirito Divino

Altro che vino da taglio, ormai il Negroamaro ha conquistato, e a ragione, il titolo di grande vitigno della Puglia, e non solo.di Andrea Gabbrielli Sul cinquecentesco Castello di Copertino è ritornato il vigneto. Era così tra il 1700 e il 1800, quando i bastioni venivano coltivati come giardini pensili con la vite e l’ulivo. Ora l’uva Negroamaro Cannellino, un’antica varietà data per scomparsa e recentemente riscoperta, è di nuovo lì, sulle mura, come tanto tempo fa. Il piccolo vigneto di 120 ceppi è stato piantato ad alberello pugliese con il sesto a quinconce. L’idea è stata di Giuseppe Pizzolante Leuzzi e di Francesco Trono, rispettivamente enologo e presidente della Copertinum, la cantina sociale che dal 1935 è il punto di riferimento per la viticoltura della zona. Il progetto del «Vigneto sul castello» è accolto e sostenuto dalla soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici, che ha dato l’assenso. L’obiettivo è valorizzare in modo non scontato uno degli aspetti culturali e colturali peculiari del Salento, intrecciando la storia del castello, della città e della cooperativa con l’antica tradizione vitivinicola locale e il suo vitigno principale, il Negroamaro.CONTINUA A LEGGERE L’ARTICOLO >>