Aiuti alle famiglie fragili: la Regione Puglia manda soldi ad anziani e disabili | Come ottenere immediatamente il contributo
Anziani - MTVPuglia
La Regione Puglia riapre la prima finestra 2025 dei Buoni servizio per anziani e persone con disabilità: un contributo fondamentale per garantire assistenza a domicilio che molte famiglie non sanno nemmeno di poter ottenere.
Il sistema di welfare pugliese include una delle misure più importanti per chi convive con la fragilità quotidiana: i Buoni servizio, un sostegno economico pensato per coprire parte dei costi di assistenza professionale. La nuova finestra 2025, annunciata dalla Regione Puglia, permette alle famiglie di accedere a un aiuto concreto che può alleggerire spese difficili da gestire con redditi medio-bassi.
Il contributo non funziona come un semplice rimborso, ma come un finanziamento diretto che permette di acquistare ore di assistenza presso strutture e servizi accreditati. È una misura che evita l’interruzione dei percorsi di cura e che garantisce continuità nei momenti in cui la gestione familiare diventa più complessa, specie in presenza di anziani non autosufficienti o persone con disabilità gravi.
Chi può richiederlo e come funziona il sostegno economico della Regione
Il buono è destinato ai nuclei familiari con anziani over 65 non autosufficienti o persone con disabilità certificata ai sensi della normativa regionale e nazionale. La domanda si presenta online tramite la piattaforma dedicata, con un ISEE aggiornato come requisito essenziale per determinare la fascia di contributo spettante.
L’importo varia in base all’intensità del bisogno assistenziale e al servizio scelto: assistenza domiciliare, centri diurni, supporto socio-educativo o servizi combinati. La Regione finanzia una parte significativa del costo orario, permettendo di accedere a prestazioni qualificate a un prezzo sostenibile. La misura è molto flessibile: le famiglie possono modulare le ore mensili in base alle esigenze, evitando sprechi e coprendo i momenti di maggiore necessità.

Il contributo “nascosto” che molte famiglie ignorano e l’errore da non fare
Nonostante sia uno degli aiuti più utili, molti nuclei non lo richiedono per mancanza di informazioni o perché temono una procedura troppo complessa. In realtà, la Regione ha semplificato i passaggi, e l’accesso ai servizi accreditati avviene in modo guidato, riducendo al minimo gli errori nella compilazione. Il vero rischio è attendere l’ultimo giorno per inviare la domanda: le finestre hanno una durata limitata e una volta chiuse è necessario attendere i successivi cicli, lasciando scoperto un periodo che può diventare critico.
Un altro errore frequente riguarda la mancata verifica dell’ISEE: se non aggiornato, può collocare la famiglia in una fascia meno conveniente o addirittura impedire l’accesso al contributo. La forza dei Buoni servizio sta nella loro capacità di ridurre i costi dell’assistenza senza sacrificare la qualità, sostenendo le famiglie nei momenti più delicati e mantenendo la persona fragile nel proprio ambiente domestico. Conoscere la finestra di apertura, preparare i documenti e attivare il servizio accreditato sono i passaggi che fanno davvero la differenza per ottenere un aiuto spesso sottovalutato ma essenziale.
