Eccellenze di Puglia: 2025 anno straordinario per i vini pugliesi | Tra bianchi e rossi ecco i migliori in assoluto
Un viaggio tra le eccellenze enologiche della Puglia per il 2025: dai grandi rossi del Salento alla rinascita dei bianchi autoctoni, ecco le etichette premiate.
Vino rosso (Pexels) - MtvPuglia
Il 2025 si apre come un anno di consacrazione definitiva per l’enologia pugliese. Lontana ormai anni luce dall’immagine di semplice “serbatoio” di vino da taglio per il Nord Italia e la Francia, la Puglia si afferma oggi come una delle regioni vitivinicole più dinamiche e qualitative d’Europa. Le guide di settore, dal Gambero Rosso a Bibenda, fino alla guida Vitae dell’AIS, hanno confermato per l’annata corrente un trend chiarissimo: la ricerca dell’eleganza che non sacrifica l’identità territoriale. I vini premiati quest’anno raccontano una storia di tradizione che abbraccia l’innovazione, con un ritorno prepotente dei vitigni autoctoni e una gestione della vigna sempre più attenta alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici.
Il regno dei rossi: Primitivo e Negroamaro tra conferme ed evoluzioni
Non si può parlare di Puglia senza citare i suoi giganti rossi, che anche nel 2025 fanno incetta di premi. Il Primitivo di Manduria resta il re indiscusso, ma con una sfumatura diversa rispetto al passato. Le etichette premiate quest’anno, come quelle storiche di Gianfranco Fino con il suo iconico “Es”, o le riserve di Cantine San Marzano e Felline, mostrano una tendenza verso vini meno “marmellatosi” e più verticali. Si cerca la freschezza e la longevità, pur mantenendo quell’opulenza alcolica e fruttata tipica del vitigno. Nel 2025, brillano particolarmente i Primitivi di Gioia del Colle, che grazie alle altitudini maggiori della Murgia offrono profili minerali e speziati di grande interesse, come dimostrano le eccellenze prodotte da Polvanera e Coppi.
Accanto al Primitivo, il Negroamaro continua a difendere l’orgoglio del Salento. Le espressioni migliori di quest’anno arrivano dalle denominazioni Salice Salentino Riserva, dove cantine storiche come Leone de Castris e Cantele hanno presentato annate di straordinaria complessità. Qui il tannino è levigato, e le note di macchia mediterranea si fondono con sentori balsamici. È interessante notare come il 2025 segni anche l’ascesa definitiva del Nero di Troia, vitigno principe della Puglia settentrionale (Castel del Monte). Etichette come quelle di Torrevento o Rivera hanno ottenuto i massimi riconoscimenti, dimostrando che questo vitigno austero ed elegante può competere ad armi pari con i grandi rossi piemontesi e toscani.
La rivincita dei bianchi e l’età dell’oro dei Rosati
Se i rossi sono la storia, i bianchi e i rosati rappresentano il futuro vibrante della regione. Il 2025 è l’anno della Verdeca e del Fiano Minutolo. Nella Valle d’Itria, produttori lungimiranti stanno vinificando questi vitigni con tecniche moderne, talvolta con brevi passaggi in legno o anfora, restituendo vini di grande struttura gastronomica. Non sono più semplici vini da aperitivo, ma bianchi complessi capaci di invecchiare, caratterizzati da note agrumate e salmastre.
Tuttavia, è nel comparto dei Rosati che la Puglia detta legge a livello nazionale. Il 2025 vede il Rosato pugliese (prevalentemente da uve Negroamaro o Bombino Nero) posizionarsi nella fascia alta del mercato. Dimenticate i vini color cerasuolo pesante di un tempo; la tendenza attuale premia il colore “rosa corallo” o “buccia di cipolla”, con profumi floreali delicati e una sapidità marina spiccata. Etichette come il “Five Roses” (che celebra anniversari importanti) o il “Pungirosa” continuano a essere punti di riferimento, ma emergono anche piccole produzioni artigianali che esaltano la versatilità del rosato a tutto pasto, sdoganandolo definitivamente come vino da grande ristorazione.

Sostenibilità e riscoperta: il Susumaniello e il biologico
Un’analisi dei migliori vini pugliesi del 2025 non sarebbe completa senza menzionare il fenomeno del Susumaniello. Questo vitigno, un tempo relegato a uva da taglio e quasi estinto, è oggi la “star” emergente. Produttori come Tenute Rubino hanno creduto in tempi non sospetti in questa varietà, e oggi raccolgono i frutti con vini che uniscono la morbidezza del frutto rosso a una speziatura intrigante, conquistando i palati internazionali, specialmente negli Stati Uniti e nel Nord Europa.
Infine, il fil rouge che collega tutte le migliori etichette del 2025 è la sostenibilità. La quasi totalità dei vini premiati con i “Tre Bicchieri” o le “Quattro Viti” proviene da agricoltura biologica o biodinamica. La Puglia, baciata dal sole e ventilata dai due mari, è naturalmente vocata a una viticoltura a basso impatto ambientale. Questo si traduce nel calice in vini più puliti, territoriali e liberi, dove la mano dell’enologo accompagna l’uva senza stravolgerla. Il 2025 ci consegna quindi una Puglia matura, consapevole della propria forza e capace di offrire un ventaglio di emozioni che va ben oltre il semplice grado alcolico.
