Emergenza ospedali in Puglia: varato il piano liste d’attesa 2025 in Puglia | Ecco come i pazienti riescono ad accorciare le attese
Ospedale (Pexels) - MtvPuglia
Il nuovo Piano 2025 per il recupero delle liste d’attesa, pubblicato su PugliaSalute, promette tagli ai tempi per visite ed esami, ma nelle corsie e nei corridoi della sanità pugliese resta la sensazione che la sfida sia tutta da vincere.
Da anni le liste d’attesa sono uno dei nervi scoperti della sanità regionale: visite specialistiche rinviate, esami diagnostici fissati mesi dopo la richiesta, pazienti costretti a rivolgersi al privato per non rimandare cure importanti. Per questo la Regione Puglia ha varato il Piano attuativo di recupero liste d’attesa 2025, un documento che mette nero su bianco obiettivi, strumenti e scadenze per provare a riportare i tempi entro soglie considerate accettabili.
L’idea alla base è chiara: aumentare l’offerta di prestazioni, riorganizzare gli slot disponibili e usare in modo più efficiente le agende delle strutture pubbliche e accreditate. Secondo PugliaSalute, il piano si concentrerà sulle prestazioni più critiche, dove il divario tra tempi teorici e attese reali è diventato ormai insostenibile. L’obiettivo dichiarato è garantire tempi “massimi” per alcune classi di priorità, riducendo al minimo gli spostamenti e le rinunce alle cure.
Cosa prevede il Piano 2025 e dove si concentreranno gli sforzi
Nel documento si parla di potenziamento delle fasce orarie, con l’estensione delle attività anche al pomeriggio e, dove possibile, al sabato. Le aziende sanitarie sono chiamate a rimodulare le agende interne, riducendo i blocchi e migliorando l’uso delle apparecchiature diagnostiche. In parallelo, viene incentivato il ricorso al privato accreditato per smaltire i picchi di domanda su alcune prestazioni, mantenendo però le tariffe del Servizio sanitario regionale.
Particolare attenzione viene riservata alle prime visite specialistiche, agli esami di diagnostica per immagini e alle prestazioni legate ai percorsi oncologici e cronici. Il piano chiede alle strutture di monitorare con più frequenza i tempi effettivi di erogazione, così da intervenire rapidamente in caso di criticità. La parola d’ordine è “programmazione”: le Asl dovranno pianificare in anticipo il numero di prestazioni da garantire, evitando rincorse dell’ultimo minuto che, negli anni passati, hanno prodotto risultati solo parziali.

Pazienti tra speranze e dubbi: come muoversi davvero nel 2025
Nonostante le promesse, molti pazienti guardano al nuovo piano con un misto di fiducia e prudenza. Da un lato, l’idea di tempi più certi fa tirare un sospiro di sollievo; dall’altro, l’esperienza di anni di rinvii spinge a chiedersi se le misure annunciate saranno sufficienti. Chi si trova ad affrontare controlli periodici o percorsi diagnostici complessi sa che pochi mesi di differenza possono cambiare molto, non solo sul piano clinico ma anche su quello psicologico.
Per muoversi al meglio, sarà fondamentale conoscere gli strumenti messi a disposizione dal sistema regionale: dai Cup fisici al numero unico, fino alle prenotazioni online. Secondo le indicazioni contenute nel Piano, i cittadini dovranno essere orientati in modo più chiaro verso le prime disponibilità, anche in strutture diverse da quella abituale. L’errore più comune resta quello di attendere senza verificare alternative, mentre la logica del nuovo assetto punta proprio a rendere più dinamica la scelta del luogo e dell’orario della prestazione.
Un altro tassello riguarda la trasparenza: i dati sui tempi di attesa dovranno essere aggiornati e consultabili, così da permettere ai cittadini di capire in che situazione si trovano e, se necessario, segnalare ritardi non giustificati. Nelle intenzioni della Regione, corsie e corridoi dovrebbero diventare meno affollati da utenti in attesa di notizie e più organizzati lungo percorsi definiti. Ma la tenuta del Piano 2025 si misurerà sulla vita quotidiana delle persone, tra chi aspetta un esame decisivo e chi, stanco di aspettare, valuterà ancora il privato. Per ora, la partita è aperta e la sfida delle liste d’attesa resta uno dei banchi di prova più delicati per la sanità pugliese.
