Il Vino Pugliese diventato grande grazie… a una band: la storia del rapporto tra il rosso e i Negramaro | Prima se ne vendeva pochissimo, adesso…
Dalla scelta del nome all’etichetta discografica ed enologica: analisi del rapporto simbiotico tra il gruppo di Giuliano Sangiorgi e il vitigno simbolo del Salento.
Negramaro (Sito ufficiale) - MtvPuglia
Nel panorama musicale italiano, poche formazioni hanno saputo incarnare l’identità della propria terra d’origine con la stessa forza evocativa dei Negramaro. Il legame tra la band guidata da Giuliano Sangiorgi e il Salento non è solo una questione di provenienza geografica, ma risiede nel DNA stesso del loro nome, un omaggio diretto al Negroamaro, il vitigno a bacca nera che da secoli definisce la viticoltura della puglia meridionale. Questo rapporto, nato come tributo artistico, si è evoluto nel tempo trasformandosi in una narrazione culturale che intreccia note musicali e note di degustazione, fino a concretizzarsi in vere e proprie produzioni enologiche.
L’etimologia come dichiarazione d’intenti
La scelta del nome della band, avvenuta agli albori della loro carriera nei primi anni Duemila, non fu casuale. I sei musicisti cercavano un termine che potesse sintetizzare la loro musica: radicata nella tradizione ma capace di guardare altrove, intensa, scura e dal retrogusto persistente. Il vitigno Negroamaro (o Negramaro, nella dizione spesso contratta) rappresentava la metafora perfetta.
L’etimologia stessa della parola è affascinante e riflette la complessità culturale del Salento. Il termine deriva dalla crasi di due parole che significano entrambe “nero”: il latino niger e il greco antico mavros. È un “nero-nero”, un’insistenza cromatica che sottolinea la profondità e l’impenetrabilità del colore del vino. Per la band, adottare questo nome ha significato farsi portavoce di quella mescolanza di culture che caratterizza il tacco d’Italia, unendo l’anima rock (il nero, l’oscuro) alla melodia pop italiana (la dolcezza che bilancia l’amaro). Giuliano Sangiorgi ha più volte sottolineato come il vino della sua terra, austero ma generoso, rispecchi l’approccio viscerale che il gruppo ha verso la composizione musicale.
Sinfonie di gusto: il parallelismo sensoriale
Esiste un parallelismo sensoriale tra l’ascolto di un brano dei Negramaro e la degustazione di un calice dell’omonimo vino. Il Negroamaro è noto per i suoi tannini vellutati ma decisi, per i sentori di frutti di bosco, tabacco e spezie, e per quel finale leggermente amarognolo che invita a un nuovo sorso. Analogamente, la discografia della band salentina si muove su binari di forte impatto emotivo: la voce di Sangiorgi, capace di falsetti cristallini e graffiature rock, evoca la stessa struttura robusta del vino.
In termini di marketing territoriale, la band ha svolto un ruolo di ambasciatrice involontaria ma potentissima. Prima del loro successo su scala nazionale, il termine “Negroamaro” era confinato quasi esclusivamente agli addetti ai lavori del settore vinicolo o agli appassionati di ampelografia. Con l’ascesa del gruppo nelle classifiche, il nome è entrato nel lessico quotidiano di milioni di italiani, trainando indirettamente la curiosità verso il prodotto enologico. È un caso studio interessante di come l’industria culturale possa fare da volano all’industria agroalimentare: ascoltare la band ha portato molti fan a voler “assaggiare” il Salento, scoprendo così le eccellenze delle cantine locali.

Dallo spartito alla vigna: la produzione del vino
Il cerchio di questo rapporto simbiotico si è chiuso quando la band ha deciso di passare dalla metafora alla realtà, entrando fisicamente nel mondo della produzione vinicola. Non si sono limitati a prestare il nome, ma hanno voluto creare un prodotto che rispecchiasse i loro gusti e la loro storia. La collaborazione più nota è quella con la cantina di Claudio Quarta Vignaiolo, che ha portato alla nascita del vino “N.R.”, un progetto enologico curato nei minimi dettagli.
Questa etichetta non è una semplice operazione di merchandising, ma un vino d’autore prodotto nella DOP Salice Salentino. I membri della band hanno partecipato attivamente alle fasi di selezione e assaggio, cercando di trasferire in bottiglia la stessa passione che mettono nei concerti. In occasione del loro ventesimo anniversario, il legame si è ulteriormente rafforzato con edizioni speciali che celebrano il percorso fatto insieme. Oggi, il rapporto tra i Negramaro (band) e il Negroamaro (vino) è un esempio virtuoso di brand identity territoriale: non si può pensare agli uni senza evocare, anche solo per un istante, il sapore e l’anima dell’altro.
