L’oro della Puglia è il Vino: 700 milioni di euro per questo cuore che batte | La classifica italiana
La Puglia si conferma regina del gusto: nona in Italia e seconda nel Mezzogiorno. L’economia DOP e IGP vola con un valore alla produzione di 700 milioni di euro.
Vino (Pexels) - MtvPuglia
La Puglia si conferma una terra straordinaria, non solo per i suoi paesaggi mozzafiato, ma per la solidità e la qualità del suo comparto agroalimentare. I dati più recenti disegnano un quadro chiaro e promettente: la regione è ormai una potenza consolidata nel panorama nazionale, posizionandosi al nono posto in Italia per valore economico generato dalle filiere del cibo e del vino, e conquistando la medaglia d’argento nel Sud, seconda solo alla Campania. L’agroalimentare pugliese non è più soltanto tradizione contadina, ma un vero e proprio asset strategico, un “oro” commestibile capace di trainare il PIL regionale e di imporsi sui mercati internazionali con la forza di un marchio ormai riconoscibile a livello globale.
Un motore economico che scala le classifiche
L’analisi dei dati economici, in particolare quelli relativi al comparto delle indicazioni geografiche (DOP e IGP), evidenzia come la Puglia abbia saputo trasformare le sue materie prime in valore aggiunto. Essere la nona regione in Italia significa competere ad armi pari con i giganti del Nord, territori storicamente industrializzati nel settore food. Ma è il dato relativo al Mezzogiorno a inorgoglire maggiormente gli operatori del settore: il secondo posto nel Sud Italia certifica una leadership che va oltre la semplice produzione agricola, abbracciando la trasformazione, la certificazione di qualità e la capacità di fare sistema.
Questo posizionamento è il frutto di anni di investimenti mirati nella modernizzazione delle tecniche colturali e, soprattutto, nella narrazione del prodotto. La Puglia ha smesso di vendere solo “materie prime” sfuse per iniziare a vendere un’identità. Dalla Capitanata al Salento, passando per la Terra di Bari e le Murge, ogni territorio contribuisce a questo mosaico di eccellenze che oggi rappresenta una delle voci più stabili e performanti dell’economia locale, capace di resistere anche alle turbolenze dei mercati globali e alle sfide climatiche.
Cibo e vino: un boom da 700 milioni di euro
Il cuore pulsante di questo successo si traduce in cifre impressionanti. Il valore della produzione certificata (Cibo e Vino DOP e IGP) ha raggiunto e superato la soglia psicologica ed economica dei 700 milioni di euro. Un vero e proprio boom che testimonia quanto il consumatore, sia italiano che estero, sia disposto a riconoscere un prezzo premium per la qualità garantita dal tacco d’Italia. In questo scenario, il settore vitivinicolo gioca un ruolo da protagonista assoluto: il vino pugliese, trainato da vitigni autoctoni come il Primitivo, il Negroamaro e il Nero di Troia, non è più considerato un vino da taglio, ma un prodotto di alta gamma presente nelle carte dei ristoranti più prestigiosi del mondo.
Accanto al vino, l’altro pilastro è l’olio extravergine di oliva, l’oro verde di Puglia, che nonostante le difficoltà legate alla Xylella negli anni passati, continua a rappresentare un’eccellenza ineguagliabile per volumi e qualità organolettiche. Ma il paniere da 700 milioni è ricco e variegato: include i prodotti da forno come il Pane di Altamura DOP, i formaggi come la Burrata di Andria IGP e l’ortofrutta. Questo tesoro economico non resta confinato nei confini regionali; una parte significativa di questo fatturato deriva dall’export, con mercati come Stati Uniti, Germania e Regno Unito che mostrano una “fame” crescente di Made in Puglia.

La sfida della qualità e il legame con il turismo
Il raggiungimento di questi traguardi impone ora una riflessione sul futuro. Mantenere la nona posizione nazionale e tentare di scalare ulteriormente la classifica richiede una strategia precisa basata sulla sostenibilità e sulla tutela del marchio. La crescita del valore a 700 milioni di euro è strettamente legata alla reputazione: ogni bottiglia di vino e ogni vasetto di conserva portano con sé la storia di un territorio. Per questo motivo, la lotta alla contraffazione e l’adesione ai disciplinari di produzione diventano strumenti essenziali per proteggere questo patrimonio.
Inoltre, l’agroalimentare pugliese è diventato il volano principale per il turismo. L’enogastronomia non è più un accessorio della vacanza, ma spesso la motivazione principale del viaggio. Cantine aperte, masserie didattiche e percorsi dell’olio attraggono visitatori alto-spendenti, creando un circolo virtuoso che reinveste ricchezza sul territorio. La sfida per i prossimi anni sarà quella di consolidare questo legame, innovando la filiera senza tradire le radici, per far sì che l’oro di Puglia continui a brillare sulle tavole di tutto il mondo.
