Mare e trulli fanno cassa: 4,8 milioni di arrivi in Puglia nei primi otto mesi 2025 | Incassi da record ma c’è ancora un grave problema

Trulli Alberobello

Trulli Alberobello (Tripadvisor) - MtvPuglia

Nei primi otto mesi del 2025 la Puglia supera quota 4,8 milioni di arrivi, confermandosi una delle regioni più attrattive d’Italia: il settore turistico cresce e rafforza il PIL, mentre i salari locali restano indietro rispetto al ritmo dell’economia.

I dati diffusi dalla Regione Puglia tracciano un quadro di forte dinamismo. Le mete costiere continuano a trainare la domanda, mentre l’entroterra guadagna terreno grazie a borghi, masserie e percorsi culturali che ampliano l’offerta. L’estate ha consolidato un trend già evidente nei mesi precedenti, con un numero crescente di visitatori italiani e internazionali che scelgono la regione per la varietà dei paesaggi, l’ospitalità diffusa e un patrimonio culturale sempre più valorizzato.

La crescita non riguarda soltanto le presenze nelle località balneari: l’area dei trulli, le colline del centro-sud e le zone legate all’enogastronomia attraggono flussi costanti, contribuendo all’immagine di una Puglia capace di offrire esperienze diversificate. Il potenziale economico del turismo si traduce in un impatto significativo sul tessuto produttivo, anche se rimane evidente il divario tra il contributo complessivo al PIL e la retribuzione media dei lavoratori del settore.

Una regione che corre grazie ai flussi turistici

Il Report regionale certifica un incremento degli arrivi che supera le performance degli anni precedenti. Le destinazioni costiere restano in cima alle preferenze, ma ciò che sorprende è il consolidamento delle aree interne, che registrano una crescita stabile grazie a un turismo più consapevole e orientato alla scoperta. L’effetto combinato tra mare e trulli crea un ecosistema turistico che funziona dodici mesi l’anno, sostenuto da infrastrutture migliori e da un’offerta culturale in costante ampliamento.

Per la Puglia si tratta di un risultato strategico: maggiore occupazione stagionale, incremento dell’indotto, spinta agli investimenti nel settore ricettivo e nei servizi collegati. La presenza di visitatori stranieri, in particolare provenienti dal Nord Europa e dal Nord America, conferma che la regione sta scalando posizioni nella competizione internazionale. Il turismo diventa così un motore strutturale dell’economia, capace di portare risorse e nuove opportunità imprenditoriali.

Quando il PIL cresce più dei salari: il vero nodo da sciogliere

Dietro l’entusiasmo per i dati record emerge però un aspetto più critico: la forbice tra il peso economico del turismo e le retribuzioni dei lavoratori del comparto. Il settore contribuisce in modo significativo alla crescita regionale, ma i salari medi restano tra i più bassi d’Italia, soprattutto nelle aree a forte stagionalità. Una dinamica che rischia di indebolire la sostenibilità sociale di un sistema che pure genera valore e visibilità.

Il mismatch è evidente anche osservando l’aumento delle figure qualificate richieste dalle imprese turistiche. Mentre il mercato chiede competenze più alte, la remunerazione spesso non segue lo stesso ritmo. È una questione che la Regione Puglia ha già indicato come prioritaria, sottolineando la necessità di investire in formazione, contratti più stabili e strumenti che rendano il lavoro nel turismo attrattivo durante tutto l’anno. In un contesto di arrivi record e di un PIL sostenuto dal settore, la sfida diventa trasformare la crescita in un beneficio concreto per chi lavora ogni giorno nell’hospitality, affinché la Puglia possa continuare a essere una destinazione forte anche dal punto di vista sociale ed economico.