Puglia, il vino traina l’economia | Negroamaro e Primitivo spingono la Dop Economy regionale: un tesoro rosso che guarda lontano
Vino (Pexels) - MtvPuglia
La Puglia consolida il suo ruolo nel panorama enologico italiano grazie ai vini Dop, con Negroamaro e Primitivo protagonisti di una crescita economica a doppia cifra
In Puglia il vino non è solo tradizione, ma sempre più motore economico capace di generare valore, occupazione e visibilità sui mercati nazionali e internazionali. I numeri più recenti confermano che proprio il comparto vitivinicolo rappresenta il fattore di crescita più significativo per la regione, grazie soprattutto al successo di Negroamaro e Primitivo, diventati veri ambasciatori del territorio. È attraverso questi prodotti a marchio DOP che la Puglia sta costruendo una parte importante della propria identità economica, puntando su qualità, riconoscibilità e legame con l’origine.
A certificarlo è l’Ismea, l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che ogni anno pubblica il rapporto sulla Dop Economy, l’economia generata dai prodotti agroalimentari di qualità riconosciuti a livello europeo. Dal quadro che emerge, la Puglia si posiziona al nono posto in Italia, seconda regione del Mezzogiorno dopo la Campania, e mostra una crescita particolarmente vivace. Il fatturato complessivo legato all’area dei prodotti di qualità raggiunge 711 milioni di euro, di cui 112 milioni attribuiti all’agroalimentare e ben 599 milioni derivanti esclusivamente dal settore del vino. Un dato che da solo basta a raccontare il peso specifico delle etichette pugliesi sul totale dell’economia regionale.
Negroamaro e Primitivo, i simboli di una regione che cresce
All’interno di questo scenario, è il vino a marchio DOP a regalare le soddisfazioni maggiori. In particolare, Negroamaro e Primitivo si confermano come le punte di diamante di una produzione che ha saputo coniugare tradizione e modernizzazione. Questi vitigni, radicati da secoli nei territori del Salento e dell’area tarantina, sono riusciti a farsi strada sulle tavole italiane e all’estero grazie a un profilo sensoriale riconoscibile e a una crescente attenzione alla qualità da parte delle cantine.
La Puglia registra un incremento del 12 per cento in un solo anno nel giro d’affari legato alla Dop Economy, uno dei migliori tassi di crescita rilevati a livello nazionale. Pur restando lontana dai colossi come il Veneto, che con quasi 5 miliardi di euro di fatturato guida la classifica italiana, la regione può vantare un percorso di sviluppo significativo, costruito passo dopo passo. Per la Puglia, quei livelli restano ancora un obiettivo distante, quasi un “sogno”, ma la traiettoria è chiara: puntare sulla qualità certificata, sulla forza del brand territoriale e sulla capacità di raccontare il vino come esperienza culturale oltre che come prodotto.
Non è un caso che tra le province più virtuose spicchino Lecce e Taranto, entrambe collocate fra le prime venti in Italia per valore generato dai prodotti Dop. Si tratta proprio delle aree in cui si concentrano le produzioni di Negroamaro e Primitivo che stanno scalando le classifiche nazionali di categoria. Qui il vino non è soltanto un comparto produttivo, ma un fattore identitario: coinvolge viticoltori, cantine cooperative e private, ristorazione, accoglienza turistica, servizi legati all’enoturismo e alla valorizzazione del paesaggio rurale.

Dop Economy, territorio e prospettive future per la Puglia del vino
Il peso del vino all’interno dei 711 milioni di euro di fatturato pugliese legato ai prodotti di qualità certificata dimostra come la Dop Economy sia diventata una leva centrale per lo sviluppo regionale. I 599 milioni generati dal solo comparto vitivinicolo raccontano una filiera che va oltre la bottiglia: dalle vigne alle cantine, dalla logistica alla distribuzione, fino alla comunicazione e al turismo del vino. Ogni fase crea valore e contribuisce a rafforzare l’immagine della Puglia come terra di eccellenze enologiche.
La crescita del 12 per cento in un anno indica anche la capacità del sistema regionale di reagire alle sfide del mercato, puntando su strategie più strutturate di promozione e internazionalizzazione. Le denominazioni legate a Negroamaro e Primitivo, sempre più presenti nelle carte dei vini di ristoranti e enoteche fuori regione, stanno diventando un biglietto da visita per l’intero territorio pugliese. La riconoscibilità dei marchi e la forza delle etichette Dop rappresentano un vantaggio competitivo in un contesto in cui i consumatori cercano autenticità, tracciabilità e legame con il territorio di origine.
Guardando al futuro, il vino continua a essere uno dei settori con maggior potenziale di espansione per la Puglia. Il rafforzamento delle province di Lecce e Taranto, protagoniste nella produzione dei due vitigni simbolo, suggerisce che i margini di crescita non sono ancora esauriti. Se il Veneto resta un modello lontano per numeri complessivi, la regione può continuare a costruire il proprio percorso puntando su qualità, sostenibilità e promozione integrata del territorio. In questo quadro, Negroamaro e Primitivo non sono solo vini di successo, ma il cuore di una strategia economica che guarda lontano e che rende il vino uno dei pilastri più solidi dell’economia pugliese.
